Nada Yoga, lo Yoga del Suono

Lo Yoga come Musica, la Musica come Yoga

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Vemu Mukunda - Note Biografiche

Gli anni della giovinezza

Vemu Mukunda nacque in India l'11 Marzo 1929 a Bangalore e morì a Londra il 4 Febbraio 2000.

Fu un brillante studente universitario in India. In seguito si recò in Scozia per un corso di specializzazione post laurea. 

Si stabilì in inghilterra, dove trovò lavoro nel campo della Fisica Nucleare. Anche se esteriormente sembrava aver raggiunto una posizione di successo nella sua carriera, tuttavia interiormente egli non era felice. 

Aveva lasciato la sua famiglia, gli amici e la sua millenaria cultura, ed ora si trovava si trovava a vivere in un ambiente dove la conoscenza scientifica e le innovazioni tecnologiche avevano un ruolo di primaria importanza ed erano considerate come una sorta di  "religione laica". 
La sua vita sociale, oltre al tempo dedicato al lavoro, era costellata da inviti alle numerose occasioni mondane e culturali. 
Si sentiva vuoto e gli sembrava che la sua vita non avesse significato. 
Quando dall'India gli giunse la notizia della morte quasi contemporanea di un suo fratello e di una sua sorella più giovani, si sentì ancora più vuoto e disperato. Il pensiero del suicidio passò molte volte nella sua mente angosciata.

Un altro motivo di sofferenza era la possibilità di uso dell'energia nucleare come arma per la distruzione di massa: ciò era un peso per la sua coscienza che gli creava molti dubbi sullo sviluppo della sua carriera di scienziato. 
Cadde in uno stato di depressione cronica, dal quale emergeva parzialmente solo quando suonava la sua Vina, l'antico strumento a corde del sud India. Sin da bambino aveva studiato la musica classica indiana, che era un retaggio della sua famiglia da secoli.

L'incontro con il grande maestro

La sua reputazione di abile suonatore di Vina si diffuse ovunque e cominciò a ricevere richieste di concerti da tutte le parti d'Europa, e perfino dalla Russia. Sentiva dentro di sè che in qualche modo quell'improvviso successo era dovuto in parte alla guida di Satya Sai Baba, e sentiva il desiderio di tornare in India per poterlo incontrare. Quasi nello stesso periodo sua madre e suo padre gli chiedevano di ritornare in India per rivederli, così cominciò a pianificare il viaggio di ritorno a casa. 
Ma in fondo al cuore aveva timore che tutti quegli eventi fossero solo coincidenze e il risultato della sua immaginazione e che Sai Baba poteva anche rifiutare di vederlo. E sarebbe stata una grande delusione se Sai Baba lo avesse ignorato. 
Così scrisse ad un amico per fargli chedere se avesse dovuto andare a far visita a Sai Baba. 
Poco tempo dopo Vemu ebbe un vivido sogno nel quale Sai Baba gli si avvicinava e gli massaggiava la spalla sinistra, sotto la camicia, con della cenere sacra (Vibhuti) dicendogli:"Vieni in India". Quando si svegliò il sogno gli sembrava così reale, ma continuava a pensare che poteva essere creato dal suo desiderio di andare in India per incontrare il grande maestro. 
Dopo alcuni giorni di lotta interiore, si decise: annullò tutti gli impegni per i concerti presi in precedenza e prese l'aereo per l'India.

Quando arrivò alla residenza di Swami(Sai Baba), prese posto nel grande cortile, all' estremità di una fila di uomini. Uno dei devoti gli disse che era arrivato appena in tempo per il Darshan, durante il quale Sai Baba cammina tra i suoi devoti, che possono così vederlo da vicino. Vemu stava seduto quietamente, gustando la sensazione di pace che emanava da quel luogo, aspettando pazientemente.  Poco dopo l'altra estremità delle fila di uomini si mosse, e Vemu vide la veste colorata di Sai Baba mentre si muoveva lentamente, con grazia tra i devoti, soffermandosi brevemente a parlare con alcuni, a creare Vibhuti per alcuni fortunati, o a prendere le lettere che altri gli porgevano. Mentre Sai Baba si avvicinava, Vemu si sentiva sempre più agitato e ansioso. 

Quando vide la veste e i delicati piedi avvicinarsi a lui, non si sentiva in grado di sostenere lo sguardo verso il viso di Sai Baba circondato da un alone di capelli , così abbassò lo sguardo verso il terreno. Vemu aveva scritto una lettera da consegnare a Sai Baba, ma in quel momento non ne ebbe più il coraggio e non pensava neppure di porgergliela. Vemu sentì che Sai Baba prendeva la lettera dalla sua mano, poi lo fece alzare e Vemu gli sentì dire con voce calma: "Và dentro e aspetta".

Vemu entrò e si trovò da solo di fronte  a Sai Baba nella stanza dei colloqui, Sai Baba creò dell Vibhuti per lui e con questa gli massaggiò la spalla sinistra, sotto la camicia, proprio come aveva fatto nel sogno. Poi Sai Baba cominciò a parlargli delle difficoltà e degli ostacoli della sua vita, dimostrando completa familiarità con la lotta per la carriera, il suo desiderio di suonare la Vina, la sua depressione e altri dettagli della sua vita. Quando il colloquio terminò Sai Baba mosse la mano in cerchio e materializzò dal nulla un Rudraksha (seme di una pianta sacra) a cinque facce, montato in oro e appeso ad una catenina d'oro. La diede a Vemu dicendo che doveva portarla costantemente e che gli avrebbe portato molto successo sia nella sua carriera sia per il suo progresso spirituale. 

Poi invitò Vemu a suonare la Vina ad un concerto da tenere alla Satya Sai College a Brindavan. 
Quando venne la data del concerto, Vemu portò con sè il suo vecchio padre, che fu molto devoto di Shirdi Sai Baba. Suo padre gli disse che avrebbe aspettato fuori, non voleva entrare alla presenza di Sai Baba.  
Quando Sai Baba venne a sapere che suo padre era presente lo fece chiamare subito nella sala e, come disse Vemu: "Per un'ora intera Swami parlò a mio padre come una madre amorevole a suo figlio. Dopo il colloquio mio padre fu un altro uomo". Ora l'intera famiglia, il padre, la madre, il fratello e tutti i familiari sono devoti di SatyaSai Baba.

Dalla Fisica Nucleare alla Musica

Seguì un periodo di transizione in cui accaddero fatti insoliti che avrebbero cambiato radicalmente la sua vita. 

Un indiano che viveva a Londra possedeva una Vina molto danneggiata.  
Attraverso amici comuni, pensò di interpellare Vemu Mukunda per sapere se era possibile ripararla. Infatti Vemu era conosciuto per la sua maestria nel suonare tale strumento.  
Vemu andò a casa di questa persona con altri amici, vide lo strumento e disse che era troppo danneggiato e che non era possibile trarre alcun suono musicale da quello strumento, tuttavia acconsentì a portare lo strumento a casa sua per tentare di ripararlo.

Mentre tornavano a casa, gli amici sulla cui macchina stava viaggiando, vollero fermarsi in una casa dove loro conoscenti stavano tenendo una riunione di canti devozionali dedicata a Sai Baba. 
Vemu non era interessato a tutto ciò, ma dato che era un passeggero su quell'auto, dovette seguirli in quella casa. Entrando nella casa Vemu vide una fotografia di Satya Sai Baba appesa alla parete e subito pensò: "Oh no, lui no". Infatti i suoi genitori erano stati seguaci di Sai Baba di Shirdi e consideravano Satya Sai Baba un impostore che affermava di essere la reincarnazione di Sai Baba di Shirdi. Così anche Vemu aveva un'opinione negativa su Satya Sai Baba.

Sai Baba di Shirdi lasciò il corpo nel 1918 e molti dei suoi seguaci non erano propensi a credere che avesse preso la forma di Satya Sai Baba, anche se Sai Baba di Shirdi aveva predetto che si sarebbe rinato dopo otto anni dalla sua morte. Satya Sai Baba infatti nacque nel 1926. 
Così, quella sera Vemu non era interessato ai canti devozionali, e stette seduto senza prendervi parte. Tuttavia durante una pausa dei canti, la padrona di casa gli mise nelle mani una Vina e gli chiese di suonare qualcosa. Così cominciò a suonare improvvisando, poi una melodia gli balenò nella mente e comiciò a suonarla.  Tutti gradirono molto la musica, e gli chiesero di suonare un'altra melodia. Vemu acconsentì, ed ancora suonò un'altra melodia.

Alla fine della seconda melodia, improvvisamente si accorse che le due melodie che aveva appena suonato furono composte da due diversi santi indiani, ma i titoli delle due melodie avevano lo stesso significato nelle rispettive lingue dei compositori: "Nessuno è uguale a Te". 
Poi Vemu guardò verso la Vina che aveva appena suonato e si accorse che era quella completamente danneggiata che stava portando a casa per tentare di ripararla. Misteriosamente, ogni nota che aveva suonato su di essa era stata perfettamente armoniosa. Ora cercava di suonarla consciamente e non riusciva a produrre nessun suono armonioso! 
Cominciò a rendersi conto che era accaduto qualcosa di miracoloso e gli si rizzarono i capelli per l'emozione.  
Pensò tra sè e sè: " Sai Baba! Che potere! Non sarà forse un mago nero!?"

Dopo questo avvenimento Vemu ricevette molti inviti per tenere dei concerti a livello professionale. Accettava i concerti in base al tempo libero che gli impegni lavorativi gli consentivano. Stranamente, in ogni lugo in cui si recava a suonare, incontrava qualcuno che gli parlava di Sai Baba. 
I suoi amici di Londra continuavano ad insistere perchè lui andasse a seguire gli incontri di canti devozionali per Sai Baba. Cominciò a pensare di essere perseguitato da Sai Baba!

Vemu aveva avuto una formazione scientifica, perciò era più a suo agio nel campo della materia piuttosto che in quello dello spirito. Pensava che il rifugiarsi nel mondo dello spirito era solo un mezzo per alcune persone di sfuggire alla dura realtà. Tuttavia una parte di sè voleva entrare in quella dimensione spirituale mentre l'altra parte non voleva aver niente a che fare con la spiritualità. Il suo tormento mentale aumentò: si sentiva spinto in due direzioni differenti. Continuava a resistere all'impulso spirituale, ma il mondo della Fisica e del materialismo avevano perduto il loro fascino.  
Alla fine giunse ad uno stato di disperazione e di angoscia: scrisse una lettera a Satya Sai Baba alla sua residenza di Prashanti Nilayam. Aveva sentito dire che Sai Baba non rispondeva direttamente per iscritto, ma che comunque gli avrebbe risposto in qualche altro modo. 
Gli espose il suo profondo dilemma, chiedendo a Sai Baba se avesse dovuto continuare la sua professione di fisico nucleare, o diventare un musicista a tempo pieno, oppure rinunciare al mondo diventando un monaco (Sannyasi). 

Mentre partiva su un volo per Parigi, per tenere un concerto di Vina, pensava tra sè e sè in quale forma poteva ricevere una risposta alla sua lettera, ma non successe nulla di insolito. Ritornando a Londra sentì un forte impulso di far visita in quella stessa casa dove suonò la Vina danneggiata durante la serata di canti devozionali. Era strano per lui, visto che non aveva voglia di andarci neppure la prima volta. Ignorò questo impulso per un po' ma alla fine cedette. Avvicinandosi alla casa notò la scritta "Om Sai" sulla facciata della casa. La proprietaria della casa, la Signora Sitabai, lo salutò affacciandosi alla porta. Gli disse che era molto contenta che fosse venuto, perchè aveva qualcosa per lui. Andarono nella stanza adibita a tempio e lei gli diede una fotografia, dicendo che un visitatore sconosciuto, che aveva partecipato alla ultima sessione di canti, chiese che fosse consegnata a Vemu il più presto possibile. Vemu guardò la fotografia e vide Sai Baba ritratto mentre suonava una Vina!

Vemu fu immediatamente sopraffatto dall'emozione, e si arrese interiormente a Sai Baba, prostrandosi di fronte alla sua grande fotogrfia appesa alla parete. Lacrime di commozione gli scorrevano sulle guancie. Ora sapeva di avere ottenuto la risposta che aspettava. Dette le dimissioni immediate dal suo impiego e divenne musicista a tempo pieno.